Prima tappa del viaggio sulla via del ferro etrusca
ISOLA D’ELBA
L’Isola d’Elba ha una storia affascinante legata all’escavazione e alla lavorazione del minerale ferroso, conosciuto come “minerale celeste” per gli Egizi e “sideros” per i Greci. Questa attività ha radici antichissime, risalenti ai tempi più remoti dell’umanità. I giacimenti ferrosi dell’Isola d’Elba sono tra i più antichi del mondo e hanno giocato un ruolo cruciale nella storia della regione e del Mediterraneo.
Sotto la dominazione etrusca, l’Isola d’Elba raggiunse il suo apice come centro di estrazione e lavorazione del ferro. Conosciuta come “L’isola dei Mille Fuochi” a causa della purezza del suo minerale, l’Elba divenne un importante centro di produzione siderurgica. I resti dei “forni fusori” etruschi, con le loro caratteristiche forme circolari coniche, sono ancora visibili sull’isola, testimonianza dell’antica attività industriale.
Gli Etruschi organizzarono una vera e propria industria del ferro sull’isola, sfruttando i ricchi giacimenti minerari. Tuttavia, con il passare del tempo e l’esaurimento delle risorse naturali, in particolare dei boschi utilizzati come combustibile per la lavorazione del ferro, l’attività siderurgica si spostò verso il litorale toscano.
Questa storia testimonia non solo l’importanza dell’Isola d’Elba come centro di estrazione e lavorazione del ferro nell’antichità, ma anche il ruolo cruciale che ha svolto nel controllo del traffico marittimo nel Mediterraneo e nelle relazioni commerciali tra le potenze dell’epoca.


PARCO DI BARATTI E POPULONIA (LIVORNO)
Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia offrono un’esperienza davvero straordinaria per chi è interessato alla storia, alla natura e alla cultura. Situato tra le colline del promontorio di Piombino e il suggestivo Golfo di Baratti, questo parco abbraccia l’area dove sorgeva l’antica città etrusca e romana di Populonia, celebre per la sua attività metallurgica legata alla produzione del ferro fin dall’antichità.
Populonia è un luogo incantevole che incanta i visitatori con il suo paesaggio naturale mozzafiato. Dalle acque cristalline del Golfo di Baratti, dove si trovano le tombe dei principi guerrieri etruschi, alla rigogliosa macchia mediterranea che cela antiche tombe scavate nella roccia, fino all’acropoli con i suoi templi sacri che offrono una vista spettacolare sulle isole dell’arcipelago toscano.
Esplorare Populonia significa immergersi completamente nella storia millenaria di questa regione e comprendere l’importanza che ha avuto nel contesto dell’antica civiltà etrusca e romana. La combinazione di paesaggi mozzafiato e reperti archeologici ben conservati rende questa destinazione unica e indimenticabile per una vacanza culturale immersa nella bellezza della natura e nella ricchezza storica.



PISA
La necropoli etrusca di via San Jacopo rappresenta un’importante testimonianza del passato etrusco di Pisa. Il tumulo del principe etrusco, scoperto tra il 1994 e il 1998 durante uno scavo archeologico diretto dal professor Stefano Bruni, costituisce un’importante scoperta che ha permesso di approfondire la comprensione della cultura e della ritualità funeraria etrusca.
Questo grande tumulo, considerato uno dei più significativi degli ultimi decenni, è stato trovato intatto e fornisce preziose informazioni sulla sequenza del rituale funerario praticato dagli etruschi. Datato tra la fine dell’VIII e l’inizio del VII secolo a.C., il tumulo del principe etrusco offre uno sguardo diretto e tangibile sulla vita e sulla morte nella società etrusca di quel periodo.
La scoperta e lo studio di questa necropoli hanno contribuito notevolmente alla conoscenza della storia e della cultura etrusca a Pisa, arricchendo il patrimonio storico-archeologico della città e offrendo agli studiosi e ai visitatori un’opportunità unica di immergersi nell’antica civiltà etrusca.



CIPPO DI SETTIMELLO “CIPPO DELLA FIGURETTA”. (PISA)
La Figuretta: un luogo ricco di storia e fascino tra Pisa e San Giuliano Terme
La Figuretta, situata lungo la Strada Statale dell’Abetone e del Brennero tra San Giuliano Terme e la periferia nord di Pisa, è una località ricca di storia e interesse. Il suo nome deriva da un’immagine sacra raffigurante la Madonna con Gesù bambino, un affresco venerato per secoli come segno di un evento miracoloso. L’opera originale è stata traslata al santuario della Madonna dell’Acqua a Cascina, mentre a La Figuretta è presente una copia sotto forma di bassorilievo.
Un luogo suggestivo con un’intersezione unica di canali
Oltre al suo valore storico-religioso, La Figuretta vanta una peculiarità geologica: l’incrocio a croce di due canali, il Fosso del Mulino e il Fiume Morto. Il Fosso del Mulino, scorrendo su un livello più alto, attraversa il Fiume Morto tramite una sorta di ponte naturale, creando un paesaggio suggestivo e di grande interesse.
Ritrovamenti archeologici di epoca etrusca
Nel 1986, durante i lavori di costruzione della centrale telefonica a La Figuretta, il Gruppo Archeologico Pisano riportò alla luce una notevole quantità di cippi funerari marmorei risalenti a un’antica necropoli etrusca. Tra questi, alcuni presentavano decorazioni a festoni di foglie d’edera e un cippo quadrangolare femminile custodiva un bassorilievo raffigurante una fanciulla. Quest’ultimo reperto è oggi conservato presso il Museo delle navi antiche di Pisa.
La Figuretta, dunque, si configura come un luogo da visitare per immergersi nella storia e nella spiritualità legate all’immagine sacra della Madonna, ammirare la suggestiva intersezione dei canali Fosso del Mulino e Fiume Morto e scoprire le tracce del passato etrusco attraverso i reperti archeologici rinvenuti.
BUTI (PISA)
Buti, con le sue radici nella parola “bucita” che evoca un antico contesto agricolo e pastorale, ha una storia ricca di cambiamenti di dominazioni nel corso del Medioevo. Inizialmente parte dei possedimenti dei vescovi di Pisa nell’XI secolo, passò poi sotto il controllo della Repubblica di Pisa, per essere occupato dai lucchesi nel 1287 e nel 1289. Successivamente, nel 1312, tornò sotto il dominio pisano con l’aiuto dell’imperatore Arrigo VII, per poi passare sotto il controllo di Firenze dall’inizio del XV secolo. Ha acquisito lo status di comune autonomo solo dopo l’unità d’Italia, staccandosi dal comune di Vicopisano nel 1867 insieme alla frazione di Cascine.
Il patrimonio monumentale di Buti è ricco di edifici medievali di grande interesse
Castel Tonini, ad esempio, è un edificio affrescato dal Giarrè che ha subito un restauro patrocinato anche dall’Unesco. La pieve di San Giovanni Battista, la chiesa di San Francesco del XIV secolo e la chiesa di San Rocco meritano una visita per la loro importanza storica e artistica.
A Panicale si trova la chiesa dell’Ascensione, in stile romanico-pisano, legata a una leggenda che la vuole costruita da una setta precedente ai “liberi muratori“.
Sebbene la vocazione agricola e pastorale evocata dal toponimo sia ormai un ricordo del passato, l’agricoltura rimane comunque una componente importante dell’economia di Buti, che si è evoluta da agricola a agro-industriale, in linea con i cambiamenti socio-culturali.
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